Saluto del Presidente di Fondazione Montagna sicura

12 gennaio 2015

Discorso di saluto del neoeletto presidente di Fondazione Montagna sicura Gianluca Tripodi

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Il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione Montagna sicura si è insediato ufficialmente il 22 dicembre scorso. Come già anticipato con l'ultima newsletter, nell'impossibilità di riconfermare il Presidente uscente - Federica Cortese, al quale rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti per il lavoro svolto, i Consiglieri sono stati inoltre convocati per rinnovare i vertici della Fondazione per il periodo dicembre 2014 dicembre 2017.

All'unanimità dei presenti, sono stato chiamato ad assumere questo prestigioso incarico che, con grande responsabilità, ho assunto nella consapevolezza della complessità e delle sfide del prossimo triennio sotto il profilo della governance politica, tecnica e finanziaria della Fondazione. Non posso, oggi come ieri, che associarmi alle considerazioni, della oggi Vice-Presidente Federica Cortese, nel suo messaggio di arrivederci per quanto riguarda questi aspetti.

Considerati i risultati raggiunti, è mio intendimento perseguire nel solco della strada da Lei tracciata investendo nella continuità e nella sostenibilità che rappresentano le chiavi di lettura attraverso le quali tutto il Consiglio di amministrazione cercherà di governare per il prossimo triennio. Continuità perché il lavoro sin qui svolto è di eccellente qualità e va “semplicemente” consolidato. Da una parte la Fondazione si è, infatti, confermata interlocutore affidabile delle istituzioni locali fornendo, con efficienza ed efficacia, servizi e prodotti nel rispetto della propria missione statutaria. Oggi, peraltro, grazie al proprio impegno internazionale garantito dalla partecipazione ai numerosi progetti cofinanziati dai fondi europei, la Fondazione è un Centro di ricerca applicata riconosciuto in tutto l'Arco Alpino. Tale partecipazione ha permesso ai tecnici e ai ricercatori della Fondazione di consolidare le proprie conoscenze, sviluppare e innovare processi e metodologie che, oggi, sono messe al servizio del territorio valdostano. Tale risultato è stato ottenuto grazie ad un investimento importante nelle risorse umane e strumentali che rappresentano, di fatto, il patrimonio della Fondazione.

Nei processi e metodi la Rete è stata sicuramente la chiave di successo. Far rete rappresenta il “sistema Fondazione”, ovvero la Fondazione integra e completa un sistema territoriale che già ha dei suoi interlocutori in determinati e specifici ambiti ma che trovano, appunto, nella Fondazione il momento di condivisione e di innovazione attraverso la strutturazione di nuove progettualità e piattaforme di scambio. L'apporto del Comitato scientifico uscente è stato fondamentale per attivare questo sistema di rete, per questo motivo abbiamo inteso nominare, nuovamente, l'ing. Raffaele Rocco e definito i criteri di composizione del futuro organo che dovrà rappresentare la sintesi degli interessi scientifici degli Enti soci, estendendone il perimetro a quegli interlocutori istituzionali, anche individuati al di fuori del territorio regionale, e che daranno il proprio contributo allo sviluppo del “sapere” della Fondazione.

Determinante è stato l'apporto del Comitato scientifico nella costruzione del piano di attività istituzionale del periodo 2015/2017, di prossima approvazione da parte della Giunta regionale, nel quale non solo è stato meglio definita la mission della Fondazione ma, anche, garantita una migliore lettura dell'attività attraverso l'individuazione di specifici indicatori che permetteranno, da parte sia degli enti soci sia del CdA, di meglio monitorare e valutare le performance raggiunte.

La contrazione delle risorse pubbliche disponibili, in un contesto generale di grande competizione fra enti di ricerca, dovrà spingerci a fare sempre meglio, e soprattutto continuare ad innovare, per dare maggiore sostenibilità alla Fondazione e, quindi, certezze alle donne e agli uomini che vi lavorano. Le risorse economiche non sono, però, il solo strumento che contribuisce a garantire sostenibilità. Ritengo, infatti, che lo Statuto, quale atto fondante, debba rispecchiare l'attuale organizzazione e missione della Fondazione. Per questo motivo, con il Consiglio di amministrazione, ragioneremo insieme sul come e se migliorarne il testo affinché la Fondazione possa continuare a contribuire allo sviluppo di una cultura “innovativa” della montagna.

Auguro, pertanto, a tutto il CdA, al Comitato scientifico e ai tecnici della Fondazione buon lavoro, assicurando loro il mio personale impegno affinché questi importanti obiettivi, tracciati e condivisi, non rimangano sulla carta ma si traducano in importanti risultati e che permetteranno di confermare la Fondazione Montagna sicura quale Centro di ricerca applicata sulla montagna e di formazione, a valenza internazionale.

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